16/04/2012 Assemblea pubblica: Cala Fenuggiu

 

Copertina del documento per l'assemblea pubblica del 16/04/2012

 

Oggetto assemblea pubblica del 16/04/2012.

Associazione Naturalistica L’Altra Bosa.

 L’associazione naturalistica L’Altra Bosa nasce nell’estate del 2012 ed è stata registrata nel pubblico registro alla fine del mese di Agosto. Al suo interno convergono le esperienze maturate dall’associazione Kalarighes (nata nel 2003) nei monitoraggi naturalistici, nell’elaborazione e presentazione dei dati raccolti, nell’educazione e sensibilizzazione ambientale e nella cooperazione con enti pubblici, altre associazioni e operatori privati operanti nel campo dell’allevamento e del turismo. L’attività di monitoraggio sul territorio viene svolta durante tutto l’arco dell’anno, con una media annuale di 120/160 giornate, con la finalità di raccogliere dati, principalmente sull’andamento della popolazione di avvoltoio Grifone (Gips fulvus) e sulle 2 coppie territoriali di Aquila Reale (Aquila crisaetos), nonché su tutte le specie faunistiche e botaniche rare e localizzate. Per avere un quadro sulla dinamica della popolazione di avvoltoi si raccolgono, con metodi standardizzati, i dati sulla consistenza numerica, sulla riproduzione, e sul tasso di mortalità.

Metodi di monitoraggio della popolazione di avvoltoio Grifone (Gips fulvus) 

Fra il mese di Gennaio e il mese di Aprile si perlustrano tutte le zone ritenute idonee alla nidificazione alla ricerca delle coppie territoriali, quelle coppie cioè che dimostrano un attaccamento ad un sito e lo difendono dai conspecifici. Tra queste, un numero minore costruisce il nido e un numero minore ancora depone l’unico prezioso uovo. Queste ultime coppie vengono censite come coppie riproduttrici. Su ogni coppia riproduttrice viene preparata una scheda nella quale vengono descritte le caratteristiche del sito di nidificazione, l’andamento riproduttivo e, ove ve ne siano, le particolarità dei 2 esemplari. Al totale delle coppie (riproduttrici e non) si aggiunge un limitato numero di adulti che, a causa di handicap fisici, pur frequentando le colonie ed effettuando i corteggiamenti non trovano un compagno. In questo modo l’associazione valuta la copertura territoriale sugli adulti con una affidabilità di almeno il 90%. Un diverso metodo si applica per gli esemplari giovani e gli immaturi. Questi, tra il primo e terzo/quarto anno di vita, mostrano una spiccata tendenza all’erratismo, che li porta a spaziare anche ben oltre le abituali zone di attività trofica o di riposo. Il loro numero viene quindi calcolato sui dati raccolti durante tutto l’anno sui volteggi, nelle colonie di nidificazione, sui pasti e nei dormitori temporanei che, specialmente durante i mesi tra Aprile e Ottobre, vengono frequentati nei territori del Meilogu e del Marghine. Quest’ultima valutazione numerica ha un’affidabilità che si attesta ipoteticamente tra il 75-80%. Tutte le osservazioni vengono realizzate con binocoli prismatici (8×40, 10×50) e con cannocchiali ad ingrandimento variabile (15-45 x 60/80), mentre le rilevazioni altimetriche e i dati sull’esposizione dei nidi vengono effettuate utilizzando le carte IGM con le loro linee di livello e con un altimetro e una bussola a compasso. Tutto ciò, unito alla conoscenza dell’ubicazione dei nidi, ci permette un’osservazione alla debita distanza, specialmente nei periodi sensibili (Gennaio- Agosto).

Studio delle possibili cause di disturbo 

Grazie a questa attività, l’associazione ha potuto constatare che, tralasciando la principale minaccia, cioè l’avvelenamento o l’intossicazione alimentare da farmaci, la prima causa di perdite di esemplari e quindi del potenziale di crescita e di espansione di questa popolazione, sono i disturbi diretti ed indiretti nei pressi dei nidi durante i periodi di nidificazione. Tra i disturbi diretti la caccia fotografica è senza dubbio quello più grave e pericoloso. Tra il 2003 e il 2011 ben 2 colonie con oltre 20 nidi, registrati in decenni di osservazioni, sono state oggetto di disturbo sino a causarne il completo abbandono! Questo avviene nonostante la Regione Sardegna protegga questa specie con la legge Regionale n. 23/1998, che recepisce le normative nazionali ed internazionali in ambito di protezione della fauna selvatica, e vada oltre con l’articolo n. 62  per la tutela dei nidi e dei siti di nidificazione degli uccelli inclusi nell’allegato II della Convenzione di Berna (di cui fa parte il Grifone) vietandone la fotografia o le riprese cinematografiche, salvo autorizzazione nominativa dell’assessorato all’ambiente. L’escursionismo terrestre e nautico, il parapendio e il birdwatching (sports e attività in continua espansione) se praticati, pur non volutamente, senza le dovute cautele, e nei periodi e luoghi sensibili, sono anch’essi causa di perdite di covate e pulli. Entrando nel merito delle coppie nidificanti sulle falesie marine di Bosa, uniche di tutto il bacino Mediterraneo occidentale (l’altra popolazione del Mediterraneo si trova nel mare Adriatico sulle isole della Dalmazia), l’associazione l’Altra Bosa, come Kalarighes, effettua questi monitoraggi via mare, grazie alla occasionale disponibilità di amici diportisti o pescatori professionisti, ma soprattutto via terra. Ciò ha permesso di constatare meglio quali sono le maggiori cause di disturbo: durante la nidificazione i disturbi provenienti dall’alto sono percepiti dall’adulto nel nido come molto più stressanti di quelli che provengono dal basso, a meno che questi ultimi non siano molto vicini o improvvisi. Per quanto riguarda in particolare la colonia di Cala Santa Maria, nota ai più come Cala Fenuggiu (che è l’oggetto della nostra riunione), dal Gennaio del 2009, dopo una assenza di coppie territoriali di ben 5 anni c’è stata una ricolonizzazione da parte di due coppie nell’arco di due anni. Da quell’anno sono state effettuate un totale di 32 uscite, con 2 pernottamenti in loco nei periodi compresi tra i primi di Gennaio e fine Agosto. Nel 2009, anno del ritorno della prima coppia, si è operato lo sforzo maggiore con 14 uscite e i 2 pernottamenti, nel 2010 le uscite sono state 8, nel 2011 altre 7, e 3 uscite nell’anno in corso. Durante questi appostamenti abbiamo potuto valutare le diverse reazioni degli avvoltoi al disturbo nelle varie fasi di nidificazione.

Disturbi legati all’escursionismo nautico

  • Transito di natanti sotto costa (navigazione, traina costiera ecc..) : 

Nella fase di cova, o durante le prime settimane di allevamento del pullo, l’adulto può abbassarsi, schiacciando corpo e capo sul nido per rendersi, grazie al suo piumaggio criptico, il meno visibile possibile, ma spesso non mostra alcuna reazione.

  • Sosta di imbarcazioni nei pressi della cala, anche all’ancora (Diving, sub, ricercatori, ecc..):

Se in cova o nelle prime settimane d’allevamento del pullo, l’adulto, o il pullo impiumato, tendono ad abbassarsi, schiacciando corpo e capo sul nido per rendersi il meno visibile possibile. In 4 occasioni, in un nido con solo il pullo già impiumato presente, in presenza di alcuni sub in attività sin dentro la cala, abbiamo persino osservato che la reazione del pullo è quella di mostrare interesse e seguirli con lo sguardo incuriosito (stessa reazione osservata un altro giorno in presenza di Marangoni).

  • Sbarco di persone dalle imbarcazioni:

Per 3 volte, una dopo la metà di Giugno e 2 la prima metà di Luglio, dei gommoni sono approdati sulla spiaggia di ciottoli e i loro occupanti vi hanno sostato per qualche tempo. In questo caso l’adulto presente nel nido si è involato spaventato appena l’imbarcazione è entrata nella cala col motore acceso, il pullo si è invece ritirato sul fondo della grotta, restando in quella posizione per tutto il tempo del disturbo, fortunatamente breve. Anche nelle altre due occasioni l’adulto ed il pullo hanno mostrato quel comportamento ma, nonostante il grave pericolo incorso dal pullo, in tutti e tre i casi il suo involo è avvenuto con successo. Siamo certi che se il disturbo fosse avvenuto durante il periodo della cova l’esito sarebbe stato diverso.

Disturbi legati all’escursionismo terrestre

Percorso da trekking deleterio per la colonia di Grifoni della zona

Cala Fenuggiu è raggiungibile anche da terra da più direzioni. E’ infatti attraversata da almeno 2 itinerari di Trekking ed è la meta di un altro, quello più semplice, conosciuto e pubblicizzato anche tramite internet e nelle brochures di settore(vedi foto). Durante le loro osservazioni, i membri dell’associazione hanno avuto decine di contatti con singole persone o gruppi anche numerosi (in più di un’occasione composti anche da una quarantina di elementi). I gruppi più grandi erano spesso associazioni escursionistiche che percorrevano i 2 sentieri di trekking che passano per la gola e risalgono sia verso Capo Marrargiu sia il corso del ruscello Sa Ghisterra. In questi casi né loro, né gli avvoltoi al nido si accorgevano della presenza l’uno dell’altro perchè la posizione dei sentieri e la loro distanza dai nidi erano appropriate. Altre volte abbiamo invece fermato gruppi o singole persone che, con quella la cartina in mano, si recavano verso il promontorio che domina la cala e che si trova proprio di fronte ai nidi, in una posizione elevata da cui essi sono perfettamente visibili. E’ proprio in questo caso che il disturbo è massimo e più pericoloso: l’adulto potrebbe abbandonare l’uovo o il pullo alla mercè dei predatori, o il pullo potrebbe, impaurito, tentare di fuggire precipitando sulle rocce o in mare. Quasi sempre gli ignari escursionisti, una volta informati, si mostravano sensibili alla tutela della colonia e non si avventuravano sul crinale. Nel 2010, durante un controllo, su due cove presenti, abbiamo rilevato che un nido era stato abbandonato precocemente. Successivamente, il 5 Aprile, lunedì di Pasqua, troviamo anche il secondo nido vuoto e l’uovo in vista. Dopo una ventina di minuti ci accorgiamo che quattro escursionisti ritornavano indietro dalla punta del promontorio. Avvicinati, risultano essere ignari turisti tedeschi in visita a Bosa che grazie ad una rivista tedesca di trekking avevano effettuato tranquillamente il tragitto. Messi al corrente della situazione sono apparsi costernati per l’accaduto e stupiti dal fatto che né la rivista né nessun cartello indicasse la presenza della colonia. L’adulto è poi ritornato al nido dopo circa un’ora e mezza dal nostro arrivo, riponendosi in posizione di cova, cosa che farà inutilmente quasi sino alla fine del mese, poiché verosimilmente l’uovo si era nel frattempo raffreddato causando la morte dell’embrione.

Nella tabella di seguito, si riportano i parametri riproduttivi dal 2009, sino l’anno in corso, della colonia di Cala Fenugiu:

ANNO Coppie   Territoriali Coppie   Riproduttive Perdite   Prenatali Perdite   Post-natali Involi Produttività Successo   Riproduttivo
2009 1 1 0 0 1 100% 100%
2010 2 2 2 0 0     0%     0%
2011 2 2 1 0 1   50%   50%
2012 2 2 0

La produttività (giovani involati/coppie territoriali x100) e il successo riproduttivo (giovani involati /coppie riproduttive x100), sono i 2 parametri che riassumono l’andamento riproduttivo di una popolazione animale. In questa colonia di cala Fenugiu, così esigua, questi risultati cosi discontinui sono puramente indicativi e non rispecchiano l’andamento reale dell’intera popolazione del Bosano.

Conclusione 

Con questa esposizione, abbiamo voluto descrivere la realtà della colonia di Cala Fenugiu e le attività risultanti dannose e pericolose per la stessa, ma anche quelle che possono essere compatibili con la sua sopravvivenza, il tutto con uno spirito di equilibrio e di collaborazione. Crediamo che se alle istituzioni sono delegate le scelte per la difesa della fauna e del suo habitat, gli studiosi e le associazioni naturalistiche devono poter dare suggerimenti e indicazioni. Allo stesso modo riteniamo che le categorie lavorative, i praticanti le attività all’aria aperta e tutta la popolazione locale abbiano il diritto di esprimere la propria opinione sulle  scelte operate per la salvaguardia della popolazione dei Grifoni e sui risultati reali ottenuti. Questo grazie anche ad un’adeguata e costante informazione. Solo in questo modo saremo tutti partecipi della salvaguardia ambientale del nostro territorio e in particolare della risorsa Grifone, uno degli ultimi simboli di una Sardegna arcaica e selvaggia.

 

 

Dati monitoraggi:

Ass. KALARIGHES/ Ass. L’ALTRA BOSA

 

Testi e foto di copertina:

Alfonso Campus

Tel. 3476623851

E mail: fofo.campus@tiscali.it

 

 

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