Bruno Berthémy

 

Bruno Berthemy (destra), Alfonso Campus (di spalle) e Jérome Isambert nel Parco Nazionale del Mercantour

Bruno Berthémy è uno dei pionieri del Fondo d’Intervento per i Rapaci sin dalla sua creazione. Vive da 35 anni nel dipartimento dell’Aveyron nella regione del Grands Causses, dove osserva e fotografa principalmente i rapaci, riscuotendo con le sue foto una grande ammirazione. Questa sua grandissima passione gli è stata contagiata dai fratelli Jean-François e Michel Terrasse che sin da ragazzo lo hanno coinvolto nelle azioni di tutela dei rapaci e del loro habitat. A soli 16 anni, in una di queste azioni, è arrivato in Sardegna, nell’isola di Sant’Antioco, per  conoscere e monitorare la colonia di Falchi della Regina e da allora vi ritorna regolarmente. Nel 2008,dopo aver fatto conoscenza e grazie alla reciproca stima si sono avute con la nostra associazione una serie di collaborazioni e di visite reciproche in varie località della Sardegna e della Francia. La regione in cui vive ed opera Bruno Berthemy  nel volgere di soli 30 anni circa ha condotto una esemplare opera di gestione del territorio che ha portato Agricoltori, Allevatori, Cacciatori e Naturalisti a collaborare per la reintroduzione degli Avvoltoi .Quest’anno, visto l’ottimo lavoro svolto nel passato, si é potuto finalmente reintrodurre i primi 2 Gipeti, completando cosi’ la catena alimentare che si sviluppa in natura attorno ad una carcassa. Oggi la regione del Grands Causses non solo ha ritrovato la sua ricca biodiversità ma ha trovato anche un grande sviluppo sociale e culturale con le attività tradizionali  di Allevamento e Agricoltura, e, grazie a regole certe e continue collaborazioni, anche nuove risorse legate al turismo ecocompatibile, di cui è diventata una delle principali mete francesi. La nostra associazione crede che il Bosano e anche tante altre parti della Sardegna abbiano le carte in regola per poter tentare quanto fatto in Francia, a patto che ad una lungimirante e continua azione politica si affianchi una vera volontà e disponibilità di tutte le categorie coinvolte, a partire dai cittadini.

 

La mostra fotografica “Pompes funèbres” che Bruno ci ha messo a disposizione gira per le scuole di tutta la Francia e ci spiega in maniera ironica e godibile chi siano gli attori che intervengono nell’utile opera di pulizia dell’ambiente, ognuno con le loro caratteristiche ed abitudini.

"pompe funebri"

 

Come i loro cugini Africani, gli avvoltoi Europei si sono nutriti delle popolazioni di ungulati selvatici durante i millenni. Dopo la nascita e lo sviluppo dell'allevamento, si sono adattati e hanno approffitato di questa nuova risorsa alimentare. La regione del Grands Causses, ha una tradizione di allevamento ovino, i suoi altipiani e le sue gole sono sempre state abitate dai grandi necrofagi sino alla loro scomparsa negli anni cinquanta, e sono stati reintrodotti nella gola della Jonte negli anni ottanta. Oggi, la colonia ha prosperato e ritrovato il suo posto nell'ecosistema montano. Perlustrano metodicamente gli altipiani, gli avvoltoi approfittano degli animali morti. I loro spettacolari raggruppamenti attorno alle carcasse sono chiamati "curées"

 

Anche la Poiana non disdegna un facile pasto

 

Fauna selvatica investita sulle strade, animali malati, il Nibbio reale approfitta del piu' piccolo cadavere

 

Piccolo avvoltoio migratore, il Capovaccaio lascia i suoi quartieri di svernamento africani per riprodursi nel Grands Causses. Popolazione: 4 coppie riproduttive

 

 

Con una popolazione di una quindicina di coppie nidificanti, l'Avvoltoio monaco resta una specie poco comune.

 

Con una popolazione di circa 250 coppie nidificanti, il Grifone è il piu' comune dei grandi necrofagi del Grands Causses

 

Con un effettivo di qualche dozzina di coppie riprodutrici in Francia, il Gipeto è l'obiettivo di uno studio di fattibilità per un suo ritorno nel Grands Causses. Il suo regime alimentare composto esclusivamente d'ossa è unico nel suo genere.

 

Il Corvo imperiale, che si nutre molto volentieri di carogne, arrivato tra i primi sulla carcassa per estrarre il suo piatto preferito: i globi oculari!

 

Di ritorno dall'Africa in primavera, il Nibbio bruno come suo cugino il Nibbio reale non disdegna di nutrirsi di carogne.

 

Anche se la ricerca del cibo avviene in gruppo, una volta sul posto, ognuno pensa per sè.

 

Ingerire il massimo del nutrimento nel minor tempo, la strategia è semplice.

 

Tra i Grifoni fame fa rima con aggressività, i piu' affamati monopolizzano i posti migliori.

 

La volpe,anch'essa, completa l'abituale pasto a base di carogne

 

L'Avvoltoio monaco non esità a imporre la sua presenza sugli Avvoltoi grifoni.

 

Scontri per il pasto.

 

Ancora lotte per il pasto.

 

Anche tra gli Avvoltoi monaci la competizione è dura.

 

Nel periodo invernale l'Aquila reale puo' entrare in competizione con gli avvoltoi per spartirsi un cadavere.

 

Il lungo collo nudo del Grifone gli permette di frugare all'interno della carcassa.

 

Potendo raggruppare su di essa di piu' di un centinaio di uccelli, la carcassa di pecora è divorata in 10 minuti.

 

Un becco possente, l'Avvoltoio monaco è ben armato per venire a capo dei tendini e muscoli piu' duri.

 

Malgrado la violenza degli scontri, le ferite sono rare.

 

Le intimidazioni e le posture minacciose precedono sempre gli scontri diretti.

 

Con la testa da vecchio rugoso, il Capovaccaio raccatta i resti del pasto

 

Ultimo visitatore, il Gipeto termina il lavoro nutrendosi delle ultime ossa.

 

 

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